Oceano di sogni infranti come onde sull’arenile.
Martella furiosa nel petto una rabbia incontrollabile.
Ferita, umiliata, delusa ancora una volta.
Voglia di spezzare quel ramo ormai spoglio;
che non potrà più fiorire.
Pugni chiusi che sanguinano per i colpi inferti
sulla sabbia ancora rovente del giorno appena compiuto.
Gocce salate assapori fra le labbra dischiuse,
mentre la luna riflette sull’acqua bugiarde immagini.
Gridi con forza l’odio che hai dentro, liberando l’anima.
Batte lentamente su te la carezza del mare, ti sfiora la pelle.
Con i vestiti inzuppati, indifferente, ti lasci cullare.
Sola, come sempre sei stata,
mentre i singulti si vanno affievolendo;
ti abbandoni stanca.