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Utente eliminato
Pubblicata il 14/08/2003
In un paesino
addormentato sull appennino,
viveva un tizio
che era tanto sfigato,
che un gatto nero
che lo incrociava per strada
si grattava le palle,
e la monaca gobba
ritornava al convento.
Si chiamava "Esfigantus"
ed era nato in un giorno
di tetra tempesta,
un venerdi' 17
alle diciassette
e diciassette minuti.
Almeno quella era l'ora,
in cui fu reperito
nel cassonetto,
del cimiter cittadino.
Vestiva sempre di nero,
perche' lo sfinava,
portava fiero gli occhiali
ma prive di lenti.
Viveva di oboli
perche' quando egli andava,
a trovare la gente,
lo si sentiva arrivare
dai campanelli alle scarpe.
"un tozzo di pane, abbiate pieta!
e preghero' il buon Dio,
perche' fortuna vi arrida,
e la vostra casetta
si tramandi negli anni,
ai vostri adorati figlioli".
E cosi' si abbuffava
di minestre e contorni,
quindi satollo
si ritirava a dormire,
li tra le pietre
della chiesa sconsacrata.
E sempre sognava
d'esser pastore
della anime buone:
quelle che nella ciotola
dei fagioli e del pane raffermo,
annagavano pure,
uno spolpato osso di prosciutto.


Okkam
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...sembra storia già sentita...già narrata....è verità o altra invenzione? forse un racconto ispirato alla realtà.........non penso che sia solo frutto di fantasia....
Ciao GRANDE....
Un bacetto....
Mary

il 14/08/2003 alle 22:54