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Utente eliminato
Pubblicata il 13/08/2003
In quella stanza,
drappi rossi
sete rare,
in silenzio te ne stavi,
solitaria mentre calava
il sole.
E le note di un pianoforte
a coda
lucidato di lacca nera,
e tra le mura che sapevano
d'incenso,
faceva il sole capolino
oltre le tende vermiglie,
e tra le accorate nebbie
delle mente.
Ma non ti disturbavano pensieri,
ne’ vecchi rancori.
Solo accarezzavi
quella coda pelosa,
che danzava bruna
e la sinuosa figura,
che miagolando
il capo propendeva.
E quei i baffi come un crine
di puledro fiero,
e gli occhi verde smeraldo,
giada accesa nel contorno
del buio.
E il tuo gatto ti faceva tenero le fusa,
mentre trattenevi una goccia di pianto.
La vita era divenuta un venticello,
nel ventre piatto
del tuo orticello.
Ne' speme, ne' dolore,
da li vedevi le ombre serene
della notte,e
la vita che lieve ti passa accanto,
e fugge senza rimpianto.
Occam"






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Jul

Questa è sicuramente Ermione, la gatta di D'Annunzio.
abbracci sotto il moggio
G.

il 13/08/2003 alle 20:43

che gattina fortunata ad avere una dedica così dolce e accorata....
un forte abbraccio fresco.......
Mary

il 13/08/2003 alle 21:30

..nei gatti si dice abiti uno spirito demoniaco..forse perche' sono tanto misteriosi, ma questo gatto tuo...e' forse una divinita' egizia..
ADL

il 13/08/2003 alle 22:06

Sì, la gatta è solo cornice, la chiave penso che sia la conclusione: "la vita che lieve ti passa accanto,
e fugge senza rimpianto", nell'evocare il ricordo di una persona evidentemente cara, che rimane avvolta nella nebbia del tempo...
Un abbraccio
Axel

il 14/08/2003 alle 09:03

hai descritto senza saperlo alcuni istanti della mia vita quando accarezzo il mio dolce gattino che mi fa compagnia ascoltando i miei momenti tristi facendomi le fusa
un bacione MG:)

il 14/08/2003 alle 12:23