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Pubblicata il 02/08/2003
Esisto,
Perché accettata fu la mia venuta.
Libera di scegliere
Certa delle legali conquiste,
sradicherò il seme nel ventre crescente,
amputando parte di me.
Distesa nel letto mortale,
carnefice di vite mai nate,
ove perirono future persone pensanti,
sradicate dai grembi, vittime come me
della paura dell attimo.
Chiudo gli occhi per non pensare,
per non ascoltare urla del giusto morente.
Scendendo nel sonno mortale,
porgo l intimità
a colui che legalmente infrange
l antico etico giuramento,
sopprimendo una coscienza
strappando il frutto della creazione.
Abbandono spirito e corpo
allontanando da me
il disegno da Dio concepito.
Aspirata nell intimità,
uccidendo un Essere in crescita,
germoglio non voluto
dopo l attimo di passione.
Tutto è compiuto
ed il frutto del rifiuto
tal cosa sporca
nel cestino è gettato.
Svegliandomi intorpidita
violata, esausta e vuota,
pesi e paure son tolte
eliminando il presente futuro,
per compiere il giusto dell attimo.
Riflessa allo specchio
scorgo un volto ignoto
dubbi e angosce,
turbinosi sensi di colpa,
non mi sento più donna.
Urlo un nome mai dato,
scorrendo immagini di volto negato.
Lungo la via, invoco il nome di madre,
ricordando il suo materno abbraccio,
e una fredda lacrima scende.
Giungendo in questo presente
stanca, sola, carnefice e vittima
dell incolmabile vuoto mio.
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Jul

Sopprimere la vita che nasce dentro una donna è ldelitto o necessità di sopravvivenza?

il 28/08/2003 alle 18:40