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Pubblicata il 01/08/2003
C’era una volta, nel mare pescoso,
un grosso pesce dal volto radioso.
Era una cernia, pelosa e squamata,
che molto gradiva la spiaggia assolata.

Giovane e bella, d’ingegno sottil,
un solo difetto: credeva nel Pil !
Il Numero era - ahinoi sventurati ! -
sopra l’Amore e tutti i Reati.

Un giorno l’anfibio incontrò la sirena,
piena di grazia e di artistica vena:
“ Andiamo a vedere il grande Monet ?
Forse porria piacere anche a te ”.

Rispose la cernia, a tale suo slancio:
“ Bello . . . però preferisco il bilancio ! ”.
Tutto si tacque ed un canto ferale
Colse la Terra nel segno vitale.

Di te, dolce ninfa, non sa più nessuno,
nemmeno la corte del padre Nettuno.
Ti strinse, sì duro, il grande rifiuto,
da rendere indegno l’estremo saluto.

Urano premiò la figlia di Euclide
E dono le fece del regno che ride.
Orione con Sirio, e l’amorevole Astro,
forgiaron per lei l’immane Pil-astro.
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