Mute ancelle,
odalische dai larghi occhi,
tacite stelle,
figlie di bravi notti.
Punti giacenti
di luce incolore,
dense assenze
di raro splendore.
Cogliete il nero
della coperta celeste,
velate a lutto le vostre teste.
'Che notte è già morta
e così la speranza
che nulla conforta
in questa mattanza.
Sotto i nembi
purpureo si spande
alle nuvole spose
Sangue rapprende.
Bellissima...una lirica ben ritmata nella rime ed un contenuto che trasmette un dramma lontano di un popolo .....
...mi piace come scrivi...
...Complimenti.