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Pubblicata il 31/07/2003

Mute ancelle,
odalische dai larghi occhi,
tacite stelle,
figlie di bravi notti.
Punti giacenti
di luce incolore,
dense assenze
di raro splendore.
Cogliete il nero
della coperta celeste,
velate a lutto le vostre teste.

'Che notte è già morta
e così la speranza
che nulla conforta
in questa mattanza.

Sotto i nembi
purpureo si spande
alle nuvole spose
Sangue rapprende.
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Bellissima...una lirica ben ritmata nella rime ed un contenuto che trasmette un dramma lontano di un popolo .....
...mi piace come scrivi...
...Complimenti.

Hola
Marco
*****

il 05/08/2003 alle 01:15

Ti ringrazio..:)

il 05/08/2003 alle 21:03