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Pubblicata il 30/07/2003
Una scala di cristallo
mi conduce all'infinito,
nel buio dipinto di dubbi e paure
bacio la terra di ghiaccio
sulla quale cammino.
Allodole goffe e gialle d'invidia
mi volano intorno,
e gli orologi si sciolgono
al contatto caldo della sera.
Quassù bacio il cielo,
mi specchio in esso
e cammino guardingo come un sonnambulo.
Il cielo mi scuote
filtrandomi l'anima,
arriva in fondo
spingendo debole il Sahara
come lieve brezza solletica l'erba.
Il sole adombrato punta sul cuore
accecando gli errori e facendomi male.
Continuo a salire
cercando la luce, il calore,
in perfetta armonia col mio mondo
baciando il creato e inveendogli contro.
Agli occhi si mostrano le stelle,
rotte per l'infinito
infiniti ordini, infinite storie,
così infinito è l'infinito
da esser certo l'incerto.
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Jul

E' una lirica molto suggestiva, nella prima parte la tensione è potente, poi c'è uno stemperarsi in delirio che va chetando.
Complimenti,
Giulia

il 09/08/2003 alle 19:16