"Fiori di zinco
e burro d'arsenico
nella coppa di orpale,
nel quale versasti
sangue di maiale,
unghie di strega
e saliva di cane.
Poi tutta d' un fiato
ingurgitasti
la pozione.
Gli occhi di fuoco
strabuzzarono,
la vena della giugulare
si gonfio' intrisa
fino a scoppiare.
E nel laboratorio
sangue scuro,
brandelli di carne,
scaglie di vene.
Era chiar che nella foga
mal consigliera,
le dosi errasti!!
Io con candore
e amore incondizionale,
raccolsi le tue brache
e sul lettino,
un endovena
ti attaccai al braccio
del cuore.
E nella fiala:
lacrime di benzoer,
briciole di unicorno
e polvere di quadrifoglio.
Il bianco giallor
delle spente gote
si coloro' di croma rosa,
poi le palpebre sbattendo,
le labbra palpitasti:
" amore" dicesti
"non mi abbandonare!".
E da quel di vivo nei Carpazi
in un castello,
confuso tra nubi
pipistrelli e anfibi.
Sul mio collo
non si contan piu' i buchi,
tesoro mio vampira,
di notti mi succhi il sangue
fino all' ultima stilla,
poi di giorno lo rifondi.
Non avra' mai fine
il nostro amore:
amore eterno,
amor perverso,
amor di cripta.
Okkam"