Vedo che ti ho fatto uscire dal guscio e ne sono felice poichè le tue osservazione sono giuste e dimostra la tua sensibilità. Non ne avevo dubbi,
ma il tuo commento ne è la prova.
Grazie per l'intelligenza che attribusci al testo.
Un pacifico saluto, Cesare.
Sconfitti???? Che eufesmismo. Io sarei stato molto,
molto, ma molto più duro. Ma io di certo, tu non so,
non posso decidere per la guerra. Posso soltanto
decidere per la pace. Penso sia un impegno morale
che dobbiamo attuare. Alla faccia dei governanti...
che ce la raccontano come fossimo scemi e stolti!
Vitale
Un eufemismo che voleva far trasparire il mio disappunto su ogni tipo di guerra, un disappunto che penso provino tutti quelli che hanno dei valori morali. Si, é vero, potevo essere più duro, ma ho voluto proprio trasmettere l'impotenza nel poter frenare le oscure trame dei potenti. Su questi temi è facile che nascano degli equivoci perciò ho voluto che l'amarezza mia fosse evidente.
Un abbraccio, Cesare.
Bellisima poesia!
sottolineo immagini geniali come
"in un amplesso indesiderato."
"formando un viscoso sciroppo rossastro"
Intelligente il pensiero in fondo alla poesia
infatti come prima sono morti gli Iracheni
adesso muoiono i marines,
un morto non ha bandiera.
Con stima ed amicizia.
AIRBAG.
Grazie per il tuo commento per me incoraggiante.
Con altrettanta stima e amicizia
Cesare
Carissimo Cesare, per noi occidentali è facile predicare la pace. Stiamo nelle nostre comode casette, con il nostro p.c., abbiamo da mangiare ed anche il superfluo. Le guerre non finiranno mai sino a quando questo pianeta esisterà. Ci sono troppe differenze, e coloro che non hanno nulla da perdere ( perchè non hanno niente) si lasceranno sempre trascinare dai dittatori che in nome dell'eguaglianza faranno i loro interessi. Prova ad aprire un giornale, un settimanale: la pubblicità di un abito che costa 800 euro ed alla pagina successiva la miseria di coloro che non hanno pane, non hanno acqua, non hanno dignità.
Ciao, Giulia
Una filippica niente male mia impareggiabile Giulia!
La mia non voleva essere assolutamente una predica, ma un pensiero personale, criticabile, ma personale. Io difendo ogni giorno, in fabbrica, angherie, miserie inascoltate, tante ingiustizie che rasentano la miseria. Lavoro ogni giorno con gente che arriva da ogni parte del globo e cerco di farle sentire a loro agio per quanto mi è possibile.
In una tua poesia cercavi un saldatore, ma non lo trovavi nemmeno per mucchietto di diamanti. Eccolo! Ma io non so che luce abbiano, ma non mi interessa per niente. L'appartamento è ancora da riscattare e raramente compro un giornale e tantomeno un settimanale. Se potessi contribuire alla pace dei popoli, e non solo, butterei il pc oggi stesso, credimi. Non dovevo inserire questo brano dove ho trovato un velo di critica,non da parte tua, per aver espresso ciò che sentivo. Infinitamente affezionato, Cesare l'operaio specializzato in saldature ferrose, ma non in quelle umane.
Non era una critica al tuo pensiero carissimo Cesare, ma una mia considerazione e credo che tu lo abbia capito. Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Un abbraccio, Jul
E a Dio quel che è di Dio.
Ma quello era "Giulia",pardon, Giulio Cesare.
Ti assicuro che ti avevo capito benissimo e ti sono grato della tua attenzione.
Un Bacione, Cesare.