Grazie per le tue belle parole. Si, Montagne di sale è una prosa. Scrivo poco poesie, in compenso butto giu editoriali, su editoriali, per qualche rivista; alla mia maniera, e sempre alla mia maniera rispondo al telefono ai vari direttori un pò inviperiti per l'ultima pubblicazione. Sono un toscano, non è una scusa, ma ci marcio un pò. Ho scritto Montagne di sale il 12 aprile di quest'anno, giorno del mio compleanno (47!), in risposta al suo biglietto allegato al regalo. Più, o meno, terminava così: vorrei un padre normale. Era il suo schiaffo alla mia vita sopra le righe. Ma ad un figlio non si replica mai per le rime, soprattutto ad un figlio che ha vissuto (male, come tutti) il dramma della separazione dei genitori, e lo sballottamento dei giorni di festa. Neppure adesso che ha 20 anni. Un figlio si ama.
Ciao. Marco
Genova è una città che adoro. Da Sampierdarena a Pegli, ogni volta m'incanta. La Nella, a Marassi, mi ciba di pesti squisiti nella sua trattoria. Aveva ragione, quel tale che cantava: Genova per noi, che veniamo dalla campagna... Essere considerati strani non è disdicevole, personalmente me ne frego, importante è avere stima di noi stessi. Oltre la serenità, perchè quella, quella si, ha un bel sorriso, non i visi estranei.
Al proposito: visto che siamo in tanti, noi strani, potremmo fondare un partito; mal che vada, peggio di quelli formati da persone "per bene" non si dovrebbe fare. Di queste persone per bene sempre pronte a giudicare, dedurre, selezionare. Giudicare con le loro mutande sporche di "marrone", però non si vedono.
Un abbraccio. Marco
Sei meraviglioso in questo pezzo Marco.
Non ci sono abbastanza parole per commentarlo.
Ti dico solo una cosa: è quello che avrei voluto che mio padre mi avesse insegnato.
Baci
MTA