PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 22/11/2001
25 ottobre 1993


Ho rivisto il Duomo. E’ imponente. Troppe volte gli sono passato davanti, buttandoci un occhio quasi involontariamente, evitando per presunzione di fermarmi a “guardarlo”. Esiste da sempre, ma solo ora sto cominciando a rendermene conto. Quante cose ho visto distrattamente, quante persone non ho capito, quante occasioni non ho saputo analizzare. Mi hanno detto che quando la fortuna bussa alla tua porta devi aprire al più presto. Ma io non ho lo spioncino e poi si sa, oltre che cieca è anche muta, quindi ! Capita a qualche persona che bussi anche la sfiga e lì è tutta da giocare.
Tempo fa mi accorsi di quanto fosse possente la Stazione Centrale, ma non vale molto, ero pilotato dal mio io politico-sociale, è stato quasi un dovere, comunque nato dal mio profondo. Conosco questa città ma solo in alcune sue parti e questo non mi basta più ! Così è per tutto ciò che mi sta attorno. Forse è da questo che tutto ha origine: quando credi di aver raggiunto la conoscenza ti accorgi di sapere ben poco... IO SO DI NON SAPERE... avrei dovuto impararlo al liceo. D’altra parte sono poche le cose che ho voluto imparare fino ad oggi credendo di sapere sempre “come si fa”, pretendendo in ogni momento di “voler sbagliare da solo”. DA SOLO ! Che bel concetto, non so quanti si siano fermati, nella loro vita, a riflettere su questa realtà. Sono capace di sbrigarmela da solo ! E’ verissimo finché è una scelta, ma quando diventa necessità le cose cambiano.
Non siamo più sicuri di noi stessi, tanto forti da opporci, a petto nudo, al mondo intero; sappiamo che, se ci colpiscono, nessuno ci aiuterà ad alzarci. Nonostante questo, in molti casi manteniamo la nostra aria da eroi come se fossimo capaci di fare “di necessità virtù”, coscienti della nostra fragilità.
Vi sembra possibile che basti perdere un pezzo di un puzzle per rendere inutile tutto il lavoro fatto fino a quel punto ? Invece è proprio così ! Può essere di 15.000 pezzi o di soli 5, la realtà non cambia. Non ci sarebbe motivo di appendere un quadro incompleto se non per ricordare i propri fallimenti. Se almeno sapessi dove mi sto dirigendo. Non voglio sapere dove arriverò, potrebbe non piacermi, ma almeno vorrei avere una bussola. Non conosco i posti che sto attraversando e poco dopo averli superati li ho già dimenticati. Incontro poca gente e la sento molto diversa da me, non ricordo i loro volti ma solo i loro vestiti. Vedo molti cani, li accarezzo tutti, mi accompagnano per brevi tratti, poi spariscono dietro ai miei passi.
Mich the Kid
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