Naufrago, fra le onde della mia memoria, l’odore di quel sogno,
di quel filo che invisibile mi lega e stringe a te.
Io che nemmeno riesco a ridere.
Io che ho sempre dimenticato.
E mentre stringo forte la corteccia dura del mio cuore,
sotto il dondolare molle di foglie cadute,
io ricordo.
Non era poi così dolce il tuo profumo,
eppure continua a battere come tamburo nel mio petto.