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Utente eliminato
Pubblicata il 19/07/2003
Sciogli le lunghe trecce
Cassandra,
e non proferir parole.
Taccia il tuo verbo inascoltato,
e si perda il mio amore
nel tuo biondo crine.
Sorda anima
crudele, di nepente
e di adorabile cicuta,
mi nutriro’
per placare
il mio dolore,
che incide
la scorza dura
del mio cuore.
Dopo tanto amore
non bastera’
neanche il cielo,
a nascondere
nelle sue bianche
fronde,
gli occhi neri
delle stelle.

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Poesia sentimentale di evocazione enfatica, declamante, di bella armonia formale e sostanziale, Lamberto. Non so mai quanto debba prenderti sul serio ma qui la cicuta ha assai poco di socratico :-))) Splendidi di lirismo i versi da "...dopo tanto amore..." alla fine del brano.
Ciao a te.
max

il 19/07/2003 alle 13:16
Jul

Cassandra mi è sempre stata antipatica, non in quanto jettatrice, ma perchè donna poco accorta e cattiva consigliera: a Socrate non piaceva la cicuta, era ghiotto di cicoria!
Giulia

il 19/07/2003 alle 15:17