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Pubblicata il 18/07/2003
Il dolore che ripete se stesso

Svanisce in un normale durare

Non è niente di serio
Ci fai l’occhio, poi il callo
A quanto di più estremo il patire consente


E la smorfia tirata diventa la tua faccia di sempre
L’urlo compresso nella palpebra chiusa
Una mano di rosso sul fondale del mondo


E quasi non vedi non senti

Nell’ora che sorda sbiadisce

Che il male si adatta alla forma, aderisce
Diventa solo un lieve increspare
Dell’onda su un olio che è mare
Che è tempesta che ritorna petrolio

E sei l’orma leggera di un passo casuale
Che pestando la vita non produce rumore.





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Molto bella la tua percezione del dolore...sei veramente bravo...
un complimento ed un caro abbraccio
ac

"oltre il dolore ed il piacere c'è la beatitudine"

il 18/07/2003 alle 21:47

So benissimo di cosa parli ... credimi ... come al solito parli al mio cuore ...
Un caro abbraccio
Cristiana

il 18/07/2003 alle 22:45

...il dolore
una variabile infinita nel mio esistere

L.

il 18/07/2003 alle 23:31

...Descrizione paurosa del dolore fisico, che entra durante la sofferenza nella psiche della vittima, causando un costante tormento...quasi diventa parte di te, anzi no diventa te.
Dolore psicologico che diviene dolore fisico quando si soffre infinitamente di malaria interiore.

Un Salutone
Soll

il 18/07/2003 alle 23:58

é vero, forse siamo troppo sensibili , o questo dolore apre occhi nuovi.

Grazie
Ciao

Montecristo

il 22/07/2003 alle 14:04

Sei sempre gentile e le tue sono parole speciali.

Ciao

Montecristo

il 22/07/2003 alle 14:04

grazie di queste bellissime parole
e ricambio l'abbraccio

Ciao
Cristiano

il 22/07/2003 alle 14:05

Una variabile che dividiamo almeno in due...
ma forse in più.

Grazie

Ciao

Montecristo

il 22/07/2003 alle 14:06

il dolore in questo caso diventa un fisico ripercuotersi del male del mondo.

Ciao

Montecristo

il 22/07/2003 alle 14:07