PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 17/07/2003
Scartabello, indago, favoleggio,
chino su libri antichi dell’immensa biblioteca,
nell’ombrosa pace, al pomeriggio.

Talvolta vi ritorno quasi per dolore,
nella speranza d’alleviare l’animo
dopo un litigioso amore.

Più volte io vi giungo nella vertigine
d’un quasisogno, per tornare con la mente
al tempo che da sempre silenzioso agogno.

Amori per nulla poetici fra Poeti,
e corrispondenze da eremi lontani,
tormenti più o men segreti

chiusi nello spazio di menti
assai distinte, di veri Esseri Umani.
Gozzano, Guglielminetti:

di lui la trascendenza amo, pur anche nel presagio triste,
di lei la cascata di sonetti fioriti
di passione, slanciantisi per infinite piste.

Mi perdo in edizioni antiche:
del sette, del nove, del quindici;
affondo il naso in indici,

ripenso parole non dette,
riscopro emozioni per nulla
ingiallite, sebbene diverso

il pimento delle pagine lette.
Scricchiola il vetusto scranno
di me che, quasi a dirsi assente,

leggo piano con la mano un poco
mentoreggente. Sgomento o divertito,
(ben vario è il tono del verso!),

m’immagino i tempi passati:
rivedo sotto un cielo ben terso
Torino, patria de’ miei dolci poeti amati.

Cappelli piumati ed abiti
di linea sottile, giacche ed eleganti sparati,
in un vero tripudio di stile.

Sparute vetture trainate da cavalli
bianchi, opposte alle moderne
lordure di motori neroinquinanti.

E viali, cortili, palazzi,
intessuti come in begl’ arazzi
arredanti i chiusi spazi urbani.

Che resta di quei giorni lontani?
La metropoli inghiotte, in ritmi non più circadiani,
l’inclito suono dei versi sublimi,

tra frotte di gente e cretini
intesi allo sperpero vano,
schiavi del sogno che mente

e su tutto protende la mano.
Consumo! Consumo!
Apparire! Apparire!

Son moniti che mi fan rabbrividire,
son obblighi che voglio ignorare
per sempre Individuo restare.

Tale ad un fante in una guerra
insensata a volte mi sento,
ché tutto paregli ostile

solo, arrancante, a stento,
appeso alla sua propria vita
da un unico filo sottile.

Ritorna lo sguardo sul libro consunto,
e s’ammanta di buio, tutt’in un punto,
per la nuvola l’azzurro celante.

Il silenzio mi pesa d’intorno.
Assisa in attenzione al tavolo
una lettrice pare presaga del Nulla.

E’ ora di fare ritorno.
A stregua di rondini fuggenti
per mondi lontani, s’en vanno

tutti i presenti nella tiepida
fine del giorno. Si svuota
come bottiglia versata

la grande sala animata
di pagine pianovolgenti,
di cartacei sottili tormenti,

relegati al passato lontano.
Mi levo anch’io, in mano
i cari volumi tra poco di nuovo

dormienti negli scaffali troppo
silenti e un piccolo male ne provo.
Uscire, uscire bisogna!

Lasciare l’anima che sogna
tra queste mura! Tuffarsi nel moto
metropolitano e demente!

Tornare al presente!
Votarsi al facile sorriso
e adorare i miti nuovi pagani:

ben venga il completo d’Armani!
Che giunga il Grande Fratello!
Potrò mai obliare il mio pesante fardello?

Potrò mai lasciare l’anima
sgombra per qualche momento?
No, non s’affievolirà il pesante sgomento

che da tempo non conosce tregua
e che mai più non dilegua dal
dì in cui venni al mondo.

Mali perenni custodirò nel profondo,
celati da tanti sorrisi tesi,
perché di quel ch’io son non siano intesi

i cari parenti, gl’ignaroridenti
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Vedo che è una tua caratteristica l'epiteto composto, quasi fossi un poeta epico! Un saluto da Valentina, Guido e Amalia ;-)

il 17/07/2003 alle 11:06

Esatto. Adoro accorpare il participio presente con sostantivi, aggettivi o avverbi, perchè ne nasce qualcosa d'inesprimibile in italiano: il movimento del participio presente e la modulabilità semantica degli aggettivi e avverbi. Diventano... "aggettivi con moto"!!

Eh eh... anche Amalia e Guido ti salutano!!

il 17/07/2003 alle 12:01
Jul

E' nato un novello D'Annunzio?
Ciao, Giulia

il 17/07/2003 alle 21:42

Magari, magari, ma lui sarà sempre stilisticamente inarrivabile! (Che poi nei contenuti invece... mah!).

Grazie d'avermi letto!

R.

il 18/07/2003 alle 10:22