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Utente eliminato
Pubblicata il 14/07/2003
Nello scrostato e pulcioso purgatorio,
gatti e topi ballano insieme felici
al mio passaggio,
vecchie cariatidi vanno strisciando
dove vado io, ma poi si allontanano
fra gli alberi e i sacchi,
e aria chiusa m’intoppa i seni,
mentre virus sciano sulla mia
pelle accapponata.

Il tramite per la morte è vecchio,
scricchiolante, dentro desolazione
dimora regina.
Nel malato regno dell’ultimo piano
il volto deturpato sorride a me
sperduto in quel mondo.
Il vecchio sembra vomitare, ma sputa.
Il giovane, suo figlio, gli tiene la bianca
calva testa,
e finge d’esser seccato, ma a me non mente:
sta piangendo dentro, e la piovra malefica
succhia anche la sua anima.
«Va male, va male», solo questo dice il vecchio,
sordo, tremante del suo nero passato africano
di fame e fatica.
E il mondo pazzo di quel folle sanatorio di
morte m’avvolge, m’accarezza, mi lecca.
E sono solo:
il giovane non può aiutarmi, quel mondo
è dentro di lui, negli occhi, nel cuore,
nello spirito.

Il vecchio dorme ora, mentre il folle,
allegro e triste mondo mi turbina
attorno crudele.
Fuggire, solo fuggire e salutare la morte,
sapendo che non sarà un addio, ma un
maledetto, fottuto arrivederci.
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poesia che denota una ricerca fine e personale nonchè appunto il desiderio di percorrere sentieri poetici ancora vergini....ti auguro di approdare con successo, ne hai i talenti per farlo....forse però questo genere di poesia qui passa quasi inosservata...prova su liberodiscrivere.it...troverai tutta una schiera di bravi ed ispirati poeti che condividono la tua visione della letteratura....ciao

il 14/07/2003 alle 13:19
Jul

La morte è dolce ricompensa per coloro che soffrono.
Jul

il 11/08/2003 alle 11:30