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Pubblicata il 27/06/2003
Era uscita fuor dall'acqua salata,
parea la Venere del Botticelli,
giocava Zefiro coi suoi capelli,
cadean gocce dalla pelle bagnata.

Dal sole un'immensa aùrea le era data
e i suoi occhi poi furon così belli
che è assai arduo ch'io non rinovelli
la sua bellezza pura e sconfinata.

Mi sorrideva così dolcemente
e 'l suo sguardo fissava dritto 'l mio,
che mai potrò togliermi dalla mente

quell'angelo che subito diede avvio
a un pensier d'amor, ch'ancora è presente,
che spero sia lontano dal dirmi addio.


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