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Pubblicata il 22/06/2003
Ritornavo alla mia terra
dopo quell'amore tradito:
l'afa d'agosto disperdeva
i baci di fanciulle belle
nelle loro vesti bianche.

Altra età, altro orgoglio
lavorava curvo nei campi;
e mi accoglieva salutando
un santo vecchio e cieco.
L'estate finiva un sogno.
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Il tema della terra - madre, ancora una volta, si salda, in un uni***** inscindibile, con quello dell'amore per la donna intesa come figura consolatrice, che ripara e protegge dal destino improvviso e senz'anima, che quel vecchio santo e cieco incarna in maniera perfettamente metaforica.
L'estate come disincanto di se stessa e quindi della vita, che ci lascia sempre sospesi, in bilico, tra la ricerca della illusione e la fuga parzialmente incosciente dalla verità. UN bel 5. Bravo

il 22/06/2003 alle 22:10