l'inizio e la fine, l'incipit e la stasi perchè tutto nuovamente ricominci, spesso apparentemente uguale a prima senza che sussista via d'uscita alcuna che certe realtà incontrovertibili sia in grado di ribaltare e reinventare magari....ma esiste comunque un appiglio, un filo di trepidante speranza che reca in sè le premesse per una rivoluzione della sensibilità, di una palingenesi del sentire reso ormai quasi anestetizzato, mummificato dal ripetersi di certe forme apparenti che la sostanzialità del contenuto hanno conculcato soffocandone il potente creativo che da solo avrebbe potuto reinventarne ogni aspetto della quotidianità....una identità formale, emotiva e psicologica che appartiene alla natura più vera ed intima dell'essere poetico, una energia interiore che tutto vivifica e trasforma, anche partendo da piccolissime, infinitesimali porzioni del proprio personale carattere.Complimenti