Viaggiare
è assumersi la responsabilità
del proprio corpo,
facendo attenzione
al bivio
che divora la carne
con illusioni ottiche
trappole d'oasi,
l'aporia
staticità
consumarsi sulla soglia dell'andare,
l'ospitalità trovata
accampati sul verde prato dell'indecisione
assuefatti all'oro della contraddizione.
Basta scrollare di dosso
luccichii di stasi,d'apparenza
e poi fulminarsi
con l'estasi della scelta,
il cammino,
la via,
se stessi.