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Utente eliminato
Pubblicata il 29/05/2003
A cavallo di un peledro
bianco,
giunge il cavaliero all'arme,
e sulla spiaggia di sabbia
e conchiglie,
stampa le orme.
E la principessa piange.
Agognato amor bramante,
e bramato su quelle sponde;
nelle virili braccia
ella si pone.
E' come rosa dai petali vermigli
e delicati.
E' come musica celeste,
delle incorrotte stelle
eterne.
Egli ha la barba ispida
e uno scialle,
e lunghi capelli adorni
sulle spalle.
Ella ha il cuore sanguinante,
e la parola tremula nel mentre,
lui posa le sue labbra
sulle guance.
E fu l' amore,
eterno e dissacrante.
Il caldo delle stelle,
il fuoco sulla pelle,
il cavaliero all'arme
nulla chiedeva alla sua vita
oltre,
che il dolce giacer sul
seno morbido di latte.
Ma venne un giorno,
una battaglia,
il cavaliero lascia la donna
e combatte.
Ma una spada infigarda
il petto gli penetra,
come lama nel burro.
Piange la principessa,
lacrime di sangue.
E nella solitudo resta
a rimirar le stelle.
Bello l'amor che viene
e fugge!
Come folgore fugace svelle,
e brucia il cuore e la pelle.
Poi si ritrae su quella stella
e brilla,
di luce eterna,
estrema meraviglia.


Occam
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