Entro in me come in cucina.
Le cervella apron le porte
e mi mostrano la cena.
Che si mangia questa sera?
Un gustoso sufflé di domande,
apatia con contorno di sonno,
tripudio di angosce,
croccanti dinieghi,
vissuti stracotti.
Annaffio il tutto con voce frizzante,
sgorgante isteria dirompente.
Mi siedo alla tavola e mangio,
impotente.