Il tormento del domani,
l'infinito della notte,
un dolore sordo che miete i sogni
un'illogica, consapevole sofferenza.
Pensieri confusi d'indolente orgoglio,
un'indifferenza obbligata,
che mi porta via e mi risparmia.
Eppur m'è dolce la tua pelle.
E i tuoi occhi sbalorditi,
sulla mia vile rassegnazione,
marchiano a fuoco un'anima
che già è cenere.