La notte degli effimeri piaceri,
m’ubriacherò di droghe e di carni e vino,
e quando mi sarò annoiato,
con mano forte poserò le mie unghie sulla tua pelle,
fino a farti gridare come un uccello tenero che trema,
indomabile gemito selvaggio.
Per ammaliare queste mia particolare amante,
ho fatto istallare degli specchi puri,
nei suoi tremendi giochi dei riflessi e immagini sdoppiate.
La maschera mi è necessaria per esercitare questo singolare gioco,
presi le fruste con braccio saldo,
per saziare la mia bestia favorita, la tua anima.
La sofferenza un divino rimedio, so che il dolore è la nobiltà unica.
Una donna impura, legata, mostrando i seni turgidi
e le vesti aperte che mi implorava di darle piacere.
Megera libertina!
Ti ridurrò agli estremi, nell’inferno.
Quando mi piace, mia cara indolente, vedere il tuo corpo così bello,
contorcersi dal piacere per ogni frustata che ricevi,
ti si direbbe un serpente che danza in cima ad un bastone.
Tutto di te mi dà piacere, sta bene, sii quello che vuoi, io t’adoro.