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Pubblicata il 18/05/2003
Scappa, fuggi via!
Prima che la morte
dell'infelice Didone
possa turbare
le tue notti d'eroe.
Negherai
che il suo dolore
sia per tua causa,
dirai che tradimento
non vi fu,
che lei sapeva già,da sempre,
della tua partenza.

Mai fu menzognera la tua mano
che al dì,
impetuosa issava le vele gemelle
e sotto il manto stellato
appassionata si posava
sulle sue forme
fluide di piacere.

Mai la illuse la tua voce
che si ergeva forte
ad incitare il lavoro dei compagni
e si modulava
alle dolci promesse del talamo.

Mai conobbe falsità nei tuoi occhi
che promettevano
imperitura adorazione
ma, che con lo stesso fermento
si volgevano verso l'orizzonte marino.

Vai, grande uomo
figlio diletto di Venere,
a conquistare ciò
che gli dei ti promisero.
La terra di Cartagine
è ormai lontana
e la regina attonita
vaga nel suo limbo di ricordi.

A chi stai gridando
allora, le tue difese?

Scappa, fuggi via!
Ma non esiste luogo
così distante ed impervio
in cui la tua coscienza
non sappia trovarti.
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Non mi aspettavo una poesia su tal argomento,ma in fondo l'uomo non è così cambiato...
Anche in questa lirica riscontro l'uso di un lessico molto classico che si intona in questo caso con l'argomento...
Non mi piacciono gli ultimi quattro versi e in particolare gli ultimi due.L'opinione espressa non la condivido ma è piuttosto comune e fin qui è un mio problema ma anche poeticamente secondo me si avverte una caduta lirica.Spero che non ti offendano i commenti negativi,sono comunque le opinioni di un uomo che scrive non certo di Neruda quindi potrai marchiarli come incompetenti senza fatica .
Ciao Filippo

il 23/05/2003 alle 11:56