Non mi guardare, mi vergogno,
ho vergogna di me
ho paura di me, ma tu non ti fermare
cuore, non ti fermare e continua ad amare, a battere, a soffrire.
Voglio sentirlo questo dolore
lo voglio sentire tutto, fino in fondo,
finché locomotiva non raschi, con i suoi freni corrosi, sulle rotaie della mia anima.
Per carità cuore, non ti fermare,
continua a carponi, strisciando come verme su foglia per accattare il suo pranzo.
Prendi quel che ti serve, asciuga il mio ventre, ma non ti fermare
e continua ad amare,
a stillare dolore, a prendere gocce dalle mie vene,
falle aggrappare a quei giorni trascorsi e straziale,
strizzale come lenzuola battute su roccia,
fammi sentire lo schiocco,
e senza chiudere occhio, perché voglio vedere
lo voglio vedere il dolore, toccare, sentirlo in tutto il mio corpo,
ma ti prego cuore, non ti fermare,
continua a pulsare, a vibrare, a cadere,
a leccare tutto quello che ho perso, tutto quello che ho dentro,
perché per me, il mio amore per lui, rimane lo stesso.
Fammelo sentire questo dolore,
fallo passare nella mia gola, come un ago attraversa il tessuto e lo buca, lo buca
lo buca con punta quadrata, finché pelle si stracci e cada brandelli,
ma tu cuore, non ti fermare e continua ad amare.
Dolore, ti prego dolore, strappa questa pelle di dosso e fanne tappeto,
che sia calpestato, logorato, strappato, consumato e vomitato
affinché io possa donargli tutto quel che rimane,
e prendi tutto il suo rancore, per aggiungermi altro dolore
ma tu cuore, non ti fermare e continua ad amare
continua ad amarlo
perché io continuerò a farlo,
per sempre
finché corpo arido, secco, tranciato non sfianchi e barcolli
e rimanga in ginocchio, in preghiera ai suoi piedi
e senza più vergogna, come cucciolo nato da cagna bastarda,
andrò elemosinando carezza, mi basterà solo vederla
solo vederlo
solo pensarlo
e con il dolore, io
io continuerò ad amarlo.