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Pubblicata il 14/05/2003
D'un canto lieto
il mio ascoltar,
che leva all'alba
lo stupor fanciullo,
ramingo per la vita
che 'l fascino suo rubò.
E' tempo
che al versar
del nostro ardor,
segno di nuova
ed eterna stima,
gesto d'umiltà vi porgo,
in festosa ascesa
al cor vivace.
E quivi giunto
sul marm'assente
ai piedi volgo
l'animo mio chino.
Che possa
solleticar sovente
la bellezza all'Esser
ed alla Vita.
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