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Pubblicata il 08/05/2003
Di Giancarlo Ferrigno
TiTolo : Scostante

Il Dio sole di mio padre, a torto,
è morto,
specchiando il suo riflesso,
sulla montagna.
Comandava, sulla sua anima arcigna,
quando! Quel giorno,
del poeta avvenne il parto.
Prima l’hanno ucciso,
e poi, amato,
le vecchie donne, vogliose d’incesto.
Oggi! È dura da riscaldare,
quella montagna,
l’istinto dell’ uomo civilizzato,
ha imposto al clan,
il tabù del sacrificio,
ed ha reso,
come odioso, l’incesto,
così! L’obbedienza posteriore, ha vinto.
L’agnello è diventato un totem,
e non sarà mai più sacrificato. Verrà!
Punito, condannato all’ade,
per i suoi delitti, ma il poeta conserverà,
sempre il suo segreto, sarà!
L’uomo del clan.
La sua mente in vita, ha scalato, la montagna più volte,
ma il masso rotolandogli sul piede,
segna un passo peccatore, che, la riprende,
trascinandola giù, verso la morte e la cattiva sorte.
Però! Dall’isola dei beati, ora vi dico :
qui! Se è vero, che c’è il tramonto dei lumi,
e, l’acqua del Lete,
il più sacro dei fiumi,
vi porta alla perdita della memoria,
è vero anche, che, siete veramente liberi.
Però! Dall’isola dei beati, ora vi dico :
non importa se in vita vi condannano e siete soli,
un giorno i vostri sorrisi,
dimoreranno, con me, nei campi Elisi,
dove ogni anima è felice.
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