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Pubblicata il 04/04/2024
ti perderò, quando l’ultimo velo d’ombra
scenderà sulle spalliere delle tue rose gialle.
io, impaurita da tanto silenzio,
guarderò dalle vetrate
dove cospirarono di briciole i tuoi passeri.

se sfoglierò le pagine del tempo
la piena dei ricordi
affluirà di nenie antiche
e di favole che un giorno mi narrasti
con fare di teatrante.

ti perderò,
quando il fiore dei tuoi anni
smarrirà l’ultimo petalo
e a me resterà solo il profumo
del pane mattutino.
un’ansia irragionevole
frugherà tra le cose passate
per caparre di reliquie.

quel giorno,
un vento di libeccio
spazzerà l’eco di un canto,
e a guardia del tuo bucato
si leverà il cipresso del tedio.

crescerà un lenzuolo di muschio
sull’orma che lasciasti nel giardino
e gli amorosi sguardi,
che un giorno germinarono bagliori,
saranno fiaccole spente.

allora mi perderò,
come chi teme il buio,
come quando bambina ti lasciai la mano,

mi perderò, inciampando nella trama oscura
della tua epigrafe se non risponderai al mio richiamo,
madre.
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Quel giorno un vento, non so quale, mi portò lontano e non potei ascoltare l'eco di quel canto. Ben tornata Anna con questa tua accorata prova. Ciao.

il 04/04/2024 alle 10:24

Mario, mia madre è spirata tra le mie braccia il 5 Aprile del 2002, alle 5 del pomeriggio.La mattina aveva ricevuto la Comunione del Primo venerdì del mese. Grazie Mario.

il 04/04/2024 alle 11:49