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Pubblicata il 26/03/2024
La Pasqua della mia infanzia profumava di tradizioni e di amore
familiare.
Rivedo mia madre recarsi, insieme alle sue amiche , al forno preso in
affitto con le mani piene di cose buone da cuocere.
Ognuna di esse apponeva sul proprio tegame un segno di
riconoscimento,
quello di mia madre era una ‘A’, l’iniziale del suo nome : Amelia.
Si faceva prima l’infornata dei dolci, poi quella delle carni, in genere
capretto e patate ed infine era la volta delle focacce.
Era una vera processione che univa il sacro col profano, era quasi
un obbligo gioioso , una ragione votiva, quella di rispettare con questi
gesti, l’appartenenza ad una fede.
Tutt’intorno, ragazzi e bambini si muovevano come sciami di rondini
Intorno ad un pesco fiorito. Tra grida e saltelli aiutavano le rispettive
mamme a portare i tegami, oppure gli sgabelli che servivano al riposo
durante l’attesa della cottura.
Era una vera festa, così come lo è ogni ‘’al dì di festa’’,il godere della
vigilia ancor prima della festa.
In ogni stradina del paese si respirava zucchero e vaniglia per giorni
interi.
Oggi è tutto diverso e queste nostalgie sono solo patrimonio di chi
quei momenti li ha in memoria.
Nel mio presente un po’ di quei profumi cerco di trasmetterli alla mia
famiglia, affinché conservino il concetto che anche un semplice e
particolare dolce abbia una sua storia ed una sua relazione con un
evento sia sociale che religioso.
Buona, felice e gioiosa Pasqua a tutti coloro che amano il prossimo e
soprattutto ai costruttori di Pace.
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Ne sento la fragranza, amica mia! Un'atmosfera che mi riporta in quel mondo che mi appartiene, tutt'ora, nei sogni! Applausi

il 26/03/2024 alle 19:55

Bellissima, mi sono sentita trasportare davvero dalla sensazione gradevole che sa di tradizioni, le iniziali sul pane le trovo stupende anche se probabilmente servivano semplicemente ad identificare il/ la richiedente. Tanti auguri di buona Santa Pasqua, di luce e pace ... ciao Santa!

il 26/03/2024 alle 20:43

Vi ringrazio di vero cuore,carissimi amici e mi scuso per il refuso del titolo

il 26/03/2024 alle 21:18

Applausone mi ci riconosco in questo scritto perche' noi si portava anche le fascine per cuocere ,ed erano momenti stupendi perche le feste si sentivano dentro ,forse la poverta' era una ricchezza interiore.Un Salutone e Serena Pasqua

il 27/03/2024 alle 14:36

Grazie Giampaolo, mi fa molto piacere che tu abbia condiviso il mio testo. Auguro anche a te una serena Pasqua..

il 27/03/2024 alle 15:28

Proprio così, Santa! I buoni piatti della nostra tradizione come ricordo olfattivo e rivisitazione di momenti indimenticabili. Tutti abbiamo nei ricordi la dolcezza delle Feste di un tempo, a conferma di quanto siano cambiati i tempi, di come oggi sia un consumismo freddo e frenetico a far da volano a devozione e vita di un'anima frettolosa e meno sorridente. Un paradossale malinteso, che hai saputo magistralmente mettere a punto e in evidenza con la tua fatnatstica poetica tenera nostagia ! Bellissimo ricordo!!!!

il 27/03/2024 alle 15:33

Grazie mille Bruno per il tuo stupendo commento.

il 27/03/2024 alle 16:53