Son dispettosi molto questi zefiri
dei ventosi moti son come sospiri.
non v’è luce d’occhi che vedrebbe
e son senza vie queste lande disperse
ove voce d’angelo m’asperse.
come fantasma d’antiche fattezze
inondò, quale nebbia, ignara mente
dove ogni pensiero divenne nebbia
e scomparve come perfida alchimia.
fu un dono dell’ignoto Dio, la follia!
metter mano a sartie e scotte
ché or prendo saldo timone,
e obliate vie ignote
vedrò scorrere sottochiglia
e nessun guardi la poppiera scia.
lei già è per me via antica e saggia.
ritorno alla libertà dei falchi
pria delle fobiche vele al vento
che ancor di innato senso temo
ma di saggia scuola, storia non freno.
vita tralascio a spalle cieche
ma d'eterno sono gli eventi
vano Tempo che sa interrare
storia vive nel mio ricordare
di infera malìa è il perdonare?
ho scritto la risposta su nera meteora
negli spazi oscuri di altro universo
che vortica sul bordo
di infinito mostruoso gorgo.
ho anima d’Achille,
spirito di Prometeo,
storia di Nessuno.
(della serie: dissociarsi dal mondo)