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Pubblicata il 24/02/2024
Del tutto casualmente ho scoperto che nella lingua rumena figlia, sia in senso stretto, in relazione ai genitori, che nel senso di figliola, giovane ragazza, si scrive "fiic@", con l'aggiunta di alcuni simboli, tipo accenti, o come c@zzo si chiamano, che non esistono nella lingua italiana.

Quindi ho attivato l'opzione sonora sul mio P.C. ed ho ascoltato più volte la pronuncia in rumeno.

Provate pure voi, se siete porci come me, o semplicemente curiosi/e, personalmente mi da l'impressione di un individuo estremamente rozzo e barbarico (il che, secondo me, quadrerebbe perfettamente col contesto etnico), il quale col proprio vocione tipicamente balcanico cerchi di pronunciare "fic@" in italiano, anche se magari si sente chiaramente la doppia "i", ma questo non penso cozzerebbe più di tanto con l'ipotesi del troglodita, magari impastato di alcolici.

La trovo una coincidenza buffa e quasi incredibile, tenuto conto che più della metà delle Zoccole trombanti in Italia mi risultano provenire proprio dalla Romania, concentrate perlopiù sui marciapiedi, Battone insomma, e non penso che nelle altre nazioni europee benestanti le percentuali siano molto diverse.

Un po' come se io risultassi all'Anagrafe con le generalità di Gustavo Da Porco, il che sarebbe un caso di "nomen omen", ossia un nome un destino, il proprio destino contenuto nel nome, cosa che in termini diversi effettivamente si è verificata nel mio caso, in quanto il cognome di mia madre rimanda ad una condizione di isolamento, volontario o meno (anche se ciò non corrispondeva affatto alla sua indole, né all'esistenza vissuta), mentre quello di mio padre invece etimologicamente sembra riferirsi ad un clan familiare piuttosto bellicoso ed aggressivo, aggettivi che rispetto a quella che sono stati la sua personalità e il comportamento nel corso della vita rappresentano dei delicati eufemismi.

Di conseguenza, come mia abitudine di vecchia data, ho cominciato "a farmi dei film", a proiettare nella mia mente delle immagini grottesche, in cui un padre rumeno, un c@zzo di minatore o contadino sempre imbriaco, dalle mani enormi e callose, dure come la pietra, vestito che non ti dico, si rivolge alla figlioletta, in un misto di tenerezza e impazienza nella voce cavernicola:

"Fiic@ mia, non vedo l'ora che cresci e cominci a mettere a reddito la sorca che ti s'apre in mezzo alle gambe",

mentre la mamma, che c'è già passata, come la nonna e la bisnonna prima di lei, comincia a celebrare un rito antichissimo, nel quale impartisce gradualmente alla figlia l'istruzione fondamentale per prepararla al destino che immancabilmente l'aspetta, non mancando naturalmente di responsabilizzarla:

"Fiic@ mia, il futuro nostro, tuo, della famiglia che formerai, risiede nella tua fregna, perché sappi che la nostra terra è povera, i governanti corrotti (ancor più di quelli italiani, non so se rendo l'idea), e il petrolio della Romania si chiama Patonza, solo che, grazie a Dio, a differenza di quel che accade nei paesi produttori di greggio, quelli arabi segnatamente, ma non solo, si tratta di una ricchezza talmente intima da essere l'unica che lo Stato non possa fottere al Popolo, anche se c'è da pagare comunque dazio agli Sfruttatori. Guardami negli occhi, Tesoro mio, in tutti i sensi, sei ancora grezza, ma vedrai che piano piano, se ti ci metti di buzzo buono, ti farai una Mignottona peggio di mamma.

Ti manderemo a Roma, sulla Palmiro Togliatti, dove raccatterai in parte gli stessi c@zzi che ho smosciato io giovinetta, un poco ristretti e infracichiti, ovviamente, oltre ai c@zzi scalpitanti dei figli dei miei vecchi clienti.

Comincia a tenere a mente che gli Italiani in generale, e i Romani in particolare, sono un popolo di poveri stronzi, di coglioni che si credono pure furbi. Tu lasciaglielo credere, compiacili, lecca il loro ego, oltre alle pallacce luride, e intanto studia i loro numerosi punti deboli, pieni di pulsanti come sono, e vedrai che mentre ti fottono se lo ritroveranno nel culo. Non per niente a noi ci chiamano Zingari, illudendosi di offenderci.

Succhiagli il sangue, Draculina mia! L'unico motivo per cui nelle tasche si ritrovano più quattrini di noi è che a suo tempo si ritrovarono dalla parte profittevole del Muro di Berlino, in una posizione strategica preziosa per i potenti Cow-boys Americani, ed oltretutto sono naturalmente portati ad infilare la lingua nel bucio del culo del Padrone, sorridendo. Mi sa che sono loro le vere Zoccole".

Naturalmente, per "malato" che io sia, mi rendo perfettamente conto del carattere patologico delle mie allucinazioni.

Non tutti i Magnaccia sono Rumeni, e manco tutti i Rumeni sono Magnaccia, e, soprattutto, non credo proprio che i Magnaccia Rumeni buttino sulla strada le proprie figlie, in genere, magari tuttalpiù le figlie dei vicini.

Ovviamente, nemmeno tutte le Rumene sono Puttane di professione, alcune svolgono lavori regolari e smignottano quando ne vale la pena, per arrotondare, altre sono manipolatrici e truffatrici, oltre che ladruncole, altre ancora cercano un Pollastrello da sposare, che rappresenti un buon partito per loro, per sistemarsi, cosa che oltretutto fanno spesso anche le ragazze nate ricche in tutto il mondo, ad un livello sociale diverso, naturalmente, visto che persino io, Impiagato di merda, ho ricevuto due proposte esplicite di matrimonio, una da parte di una Badante Rumena, bella Fiic@ che avrebbe potuto essere mia figlia, e l'altra da una bonazza trentacinquenne Ucraina, che, mentre mi succhiava l'uccello a pagamento, tra un soffocotto e l'altro mi chiese testualmente:

"non è che ti servirebbe una moglie?",

mentre è chiaro che la figlia di un facoltoso Imprenditore non mi avrebbe mai sposato manco morto, nemmeno se avessi potuto esibire il c@zzone da vero cavallo del Porno-attore Mandingo, rispetto al quale Rocco è dotato tuttalpiù di un salamino Beretta alla giapponese.

Confermo che quella della Pompinara Ucraina "matrimoniabile" è una storia completamente vera, per quanto difficile da credere.

Il fatto è che attraverso la scrittura traspare la mia anima, la mia vera natura, ma chi non mi ha mai letto, o ha letto solo quello che io ho voluto fargli leggere, spesso viene tratto in inganno dai modi garbati e cordiali, da un'apparente timidezza, insicurezza, e ingenuità, scambiandomi per un Tonto Beota, senza percepire la mia pericolosità sociale, specie per chi porta la fiic@, e soprattutto possiede una bella cula, chiappe formose, bianche e toste come il marmo, e una nocchia stretta da sfondare senza pietà, beato, più che incurante dei muliebri lamenti.

Ho notato però, che come nella favola di Esopo del Leone e della Volpe, ci sono alcune donne dalle antenne particolarmente sensibili, in grado di di penetrare attraverso quella che non è una maschera, ma proprio una dualità, una pseudo bipolarità consapevole, in cui la mano destra sa tutto di quella sinistra, e versavice.

Queste ragazze, o signore, fiutano il marcio, il rancido nella mia anima parzialmente necrotizzata, come i segugi gli odori e i suoni di cui noi umani non abbiamo nemmeno idea. E' così, non mi dicono mai niente, ma glie lo leggo in faccia, colgo l'irrigidimento delle loro membra, come se dalla mia cerniera lampo (sempre chiusa) avessero visto fare capolino non un c@zzo, ma un crotalo letale.

Ah, dimenticavo, conosco personalmente persino una Farmacista Rumena, bella, ma aspra e sgarbata, al contrario di varie connazionali, Puttane da marciapiede, ma gentili e affabili, seppur non senza secondo fine.

Scritto questo non si può negare come tale curiosa corrispondenza nella grafia, ed assonanza sonora, sia rappresentativa della sorte di una quota della popolazione femminile della Romania, destinata ad andare per le terre a dare via la Sorca a sfascio per quattro soldi, diciamoci la verità (parziale, ma non destituita di fondamento).
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