Foglie appassite
si disperdono nei viali
l’alone dei lampioni
sommerge la marea
stagno di cenere:
una città risorge
cercava nei suoi occhi
all’alba di un esilio
verbo
parola
una lingua necessaria
seguo un’origine
senza creazione
frammenti che declinano
su placide maree
vieni
sciogli i tuoi capelli
è da te che si consuma
l’immagine riflessa
è un senso che redime
un’arte condivisa
l’idillio che si eclissa
l’enigma dei padri
avete capito?
quello che ci chiedono
è di guarire in fretta
va bene, ve lo dico
era un uomo religioso:
stampe d’epoca e
stivali da guerra
ma tu non credi
tu ti ribelli
tu ti rivedi
alla fine di qualcosa
acqua ferrosa
la torbida visione
un attaccamento taciuto
al primo rivelarsi
ma tu
eri libero
mentre lo facevi?