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Pubblicata il 11/02/2024
Parlami, dimmi di te
nel tuo nasconderti
fra le pieghe delle mie cellule,
tu che sei come il sole
dietro la collina, alla sera...
parlami, e dimmi
come e se vuoi continuare in me
nel confonderti con tutto ciò
che in me è pura vita.
parlami e dimmi se vuoi celarti ancora
a quel destino, che in me
ora lascia tracce ogni mattina,
quando allo specchio ti riconosco
nei miei occhi, spesso così spersi...
parlami, confidati con me
nei crepuscoli bui e così diversi
che mi ricordano i momenti passati
senza nessuna premura di te,
quando in me non viveva la paura
né tanto meno conoscevo il nome tuo.
tutto è strano ora, sebbene di te
non abbia più timore, se non nel nome
che come una sentenza a volte turbi
gli animi delle persone,
su parlami, or che il mio fato sa di te
e mostrami il tuo perché,
come se tutto questo avesse un senso.
intanto resto seduto su questa sedia
e guardo il bicchiere davanti a me
cercando di capire se davvero
sia mezzo vuoto, o il rimanente non è
che vita vissuta, con la consapevolezza
di quei giorni di spensieratezza
che in realtà erano solo un’attesa di te.
resto in ascolto di te, nel frattempo
vivo continuando a sorseggiare
il brioso calice, come fosse mia vita.

© Saverio Chiti, 6 febbraio 2024
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Acuta ed amara.complimenti

il 13/02/2024 alle 02:36