La scorgo. Verde, affusolata. Zampette lunghissime e filiformi la distinguono dal baccello dei piselli. Per fortuna! Fortemente meravigliato, e sussurrando "Guarda!", la indico a mia moglie. Ci incantiamo ad ammirarla. Incede in modo strano: un breve "go", quasi al ralenti, a cui segue uno "stop", durante il quale, rullo di tamburo, compie quel gesto che dentro me sto aspettando per poter dire con certezza a mia moglie che cosa stiamo osservando. Non sono un entomologo, ma vedere una specie di cavalletta congiungere dinanzi alla testa le sue due lunghe zampette anteriori a mo' di preghiera non può che farmi pensare a uno dei pochi insetti che libri o documentari, nelle loro narrazioni, avevano elevato in me a immaginario individuale, ovvero la mitica mantide religiosa. Mai vista prima d'ora in vita mia e per giunta la prima volta avviene in una corsia laterale del parcheggio di un supermercato, nella semiperiferia della mia città. Dunque, riaperti gli occhi dal breve ma intenso tête-à-tête onirico al cospetto della singolarità, occorre salvarla dalle automobili. Chiedo a una signora una bottiglia di plastica vuota tra quelle che sta riciclando. Con la forbice che tengo in auto la taglio all'altezza dell'impugnatura. Così mi avvicino alla mantide, sollecitandola delicatamente ad imboccare il cilindro di plastica ricavato dalla bottiglia, che poi tappo con la rimanente parte superiore della stessa. Non mi resta che dirigermi spedito verso il prato oltre il parcheggio e liberarla. Addio, Mantide. Quasi sicuramente non ne rivedremo un'altra. Ma quanto vissuto già mi basta: nel suo piccolo, la leggenda si è incarnata davanti ai nostri occhi, regalandoci momenti di evasione pura. Arrivati a casa, mia moglie mi dice che nei momenti della visione sembravo un bambino. Beh, sì, il bambino di quando ero rimasto affascinato dalla descrizione delle peculiarità della femmina di questo curioso insetto e con cui forse allora avevo vissuto un amplesso platonico, sul finire del quale essa deve avermi divorato neuroni e sinapsi che riconducevano a lei, perché veramente emozionante è stata la sorpresa nel vederla rivelarsi vivente ai miei quasi increduli occhi.
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