Voi che parlate alle stelle
con le voci che gemono sommesse.
Voi che vivete l’incertezza e
la nostalgia della vita,
della vanità e dell’ozio.
Voi, folli come i morti,
morti come gli assenti
emergete dall’inferno del passato.
Voi che urlate al mondo l’amore supremo,
scrivete in sogno il dramma
di re e regine.
Voi, con le vostre parole e i vostri colori epici,
davanti alle fredde finestre
a contemplare il nulla dell’infinito.
Voi fratelli, incoronati dalle muse in maschera,
sempre giovani
ebbri nelle origini sacre.
Angeli in esilio per pregare la notte,
siete i monumenti oltre il mio orizzonte.