Ero un Dio agnostico di anarchiche utopie
e non avevo Dei
giorni da vivere su un confine sottile,
i miei sensi camminavano a piedi
in bilico tra i vicoli della città
e Gertrude, unica amica sempre in pugno,
sotto un giaccone ci amavamo,
ma l’amore non esiste, la guerra sì.
leggevo della libertà di Friedrich e l'avere o l’essere di Erik
riflessi in una mente di razionale materialismo
studiavo l’illuminismo e imparavo dal Leopardi
fantasticando del Paradiso il canto 34°
dove un demone mi attendeva.
dopo anni eri ancora là in un angolo
a seguirmi dimenticata lungo una vita.
rimossa memoria, avevo sperato errata
la tua anima e anche la mia.
torni oggi e scopro che tutto era giusto,
oggi che tutto viene confermato.
la realtà è una guerra ai bordi dell’universo
sotto gli occhi di un Dio che non gioca a dadi
mentre cammino sul confine della realtà
prediligo i deserti del vero e spesso cado
nell’universo dell’illusorio.
ma ora basta!
adesso ho un Dio ignoto di utopica fede
che mi sfida a scacchi.
gli concedo bianchi pezzi con la prima mossa
e vincerò senza muover regina
in uno folle scacco morirà il Suo re su bianca casa
assediato da torri nere ed un alfiere che giunge da lontano
lungo strade nere d’obliqua direzione ed è nero.
tutto è una scacchiera di soli bianchi e neri
e non v’è altro oltre i bordi della vittoria.
solo Io, ormai
un Dio Utopico senza Universo
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scritta nel 1977 e poi rivista e "addolcita" per cui scusate lo stile poco poetico.
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