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Pubblicata il 29/04/2003
Di Giancarlo Ferrigno
TiToLo : Lo spleen di Cremona

In fondo! Non ho voglia di prendere,
quel treno,
addio! Viaggio di scrittura astratta, ti
abbandono,
fino,
a quando non avrò di nuovo amore,
e scarpe da consumare.
Mi sento, arido, come un giovane,
fiore di strada, ma nell’essere,
un falso poeta e un uomo comune,
non mi porto dietro, colpe severe.
In fondo! Non ho voglia di prendere,
quel treno.
Vorrei avere, come la signora Alda Merini,
dentro al verso, il fanciullo,
ma sono solo un matto uomo, spesso brillo,
che, svirgoletta, sul suo programma,
il fantasma della poesia,
una noia spazzata via dalla gomma.
Come i delfini,
gioco, fischiando al dio dell’acqua,
parole jazzate,
perché improvvisate,
amate, solo, da una madonna atea,
parole sincere,
astratte e vere.
In fondo! Non ho voglia di prendere,
quel treno,
il viaggio dell’intelligenza, appare,
pieno,
di certezze, che, io! Non ho mai avuto.
Così! Mi accontento,
di una scrittura astratta,
concreta,
solo! Per il fatto,
di rendere più leggero il mio spleen.
Come ogni pittore della vita moderna,
cerco di sottrarmi, all’interna,
certezza, di essere : un escluso,
un disadattato, un confuso.
Di essere : oggetto,
di incomprensione e di scherno,
in fondo! Non ho voglia, di prendere,
quel treno.

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Ciao! benvenuto...
Ti ho già letto parecchie volte su altri siti.. e mi ero già complimentata...è certo che il tuo modo di far poesia in modo atipico mi ha colpito parecchio! E' con vero piacere che ti ritrovo quì...
Un complimento per le tue poesie...
albachiara (atisha)

il 29/04/2003 alle 09:30