L’onda corteggiava la rena, una mattina di
sole, in spiaggia.
Sembravano i Tropici.
Io costruivo castelli di sabbia e incontrai Lucio.
Veniva dal mare con uno slip nero addosso e la sua canotta natural. Si avvicinò ad una panca in legno grezzo, un po’ più su alla battigia, sulla quale vi era adagiata una giacca da direttore d’orchestra e una valigetta.
Mi guardò con i suoi occhi curiosi e mi sorrise:
- È già arrivato Ciccio? -
Io feci spallucce come a far capire che di questo Ciccio non ne sapevo niente.
Non potevo fare a meno di mostrarmi divertita e sorpresa nel guardarlo: era più peloso di mio padre.
Ancora grondante, infilò la giacca.
Trasse fuori dalla valigetta un clarinetto, lo svitò in due parti e cominciò a fare dei gorgheggi come se avesse dell’acqua nella bocca: - Aaaaah, uuuuh, ah ah agrrr…uuuuuh! Sciompi…lezgo….
Ah ihe, bruuum ihe!
Sai come fa il vino rosso quando stappi la bottiglia? -
Poi si voltò verso il mare e cominciò a dirigere una sinfonia immersa nei verseggi gutturali che venivano fuori dalla sua cassa di risonanza.
L’onda parve venirgli incontro e il mare iniziò a muoversi a tempo. Quella musica mi invase.
Erano gli anni in cui mia nonna scriveva la lista della spesa sulla carta del pane ed io credevo che Banana Republic fosse un gusto gelato per pochi eletti.
L’onda corteggiava la rena in una mattina di sole in spiaggia.
Io costruivo castelli di sabbia e incontrai Lucio Dalla.
Ero una piccola sognatrice o lo sono ancora, o è questa nebbia mattutina che viene fuori dai tombini e Lucio è come una musica che oggi mi gira intorno.
(Non escludo di essermi inventata ogni cosa)
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