la mente condanna ciò che il cuore assolve
così ti negasti a me supplichevole
lasciando un cuore asincrono ed un’ ombra incespicante nella strada e nella mente fallace
splendente alterigia, inconsapevolezza del divenire nel fulgore del desiderio palpitante di ardenti e turgidi seni da cingere
no, non ti condanno, ti comprendo, ti desidero e ti invidio
ti ritraesti altèra parimenti colma di pietà e sprezzo per svoltare l’ angolo ed impedirmi la vista
ma non ti ho mai dimenticata e sovente affiori nelle nebbie che offuscano la mia mente
quel sorriso selvatico oltre la soglia mi ricorda che non si può condannarti, il mio cuore dolente e malato ti ha assolto
così mi appartieni, in questa assurda ed ostinata schizofrenia, rifulgente ed impietosa giovinezza, resterai per sempre mia.