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Pubblicata il 29/04/2003
Di Giancarlo Ferrigno
TiToLo : L’ autostoppista

Oh! Cantautore, un uomo sconosciuto,
chiede un passaggio al tuo suono,
e al tuo canto,
si unisca il mio viaggio al tuo, nella memoria,
di questo,
storico carme.
Suona! Per noi e per me, un ragtime,
all’americana, dalla tua bocca, fai uscire,
le parole dell’uccello,
suona! Sempre libero, come,
ti piace… as you please.
Ovunque andrai : M. D’Ambrosio,
la poesia sarà nella tua auto,
sulla tua moto,
da quel giorno, guardando : Il Sicomoro,
noto! Programma televisivo, l’autostoppista,
seguirà, i tuoi primi passi, sarà!
L’ascoltatore, in prima fila… as you please.
Coraggio! Fratello, ti ho ascoltato,
non resterai, perso nella palude,
consumistica del mercato,
così l’autostoppista disse :
non sono un discografico,
ma per iddio lo scommetto.
Questi sono i miei fiumi, direbbe :
Lawrence Ferlinghetti.
Col tempo, se scegli, la vita della metropolis,
tutto diventa,
stracciato e lacerato,
tu! Non mollare, inventa,
viaggia nelle nuove avventure, che io! Seguirò,
d’incanto,
come un autostoppista,
con le mie fresche birre,
versate direttamente dal barile,
alcune bionde! Le più fresche : scure.
Immagino! Il tuo stile, oh! Cantautore,
fatto come la mia poesia, d’istinto e di giungla,
immagino! La tua orchestra,
diretta da un pugno,
chiuso e alzato a sinistra.
La poesia della metropolis e il jazz, ci
ricordano, la rara,
bellezza del canto e il fedele suono,
della tromba di L.D. Armstrong,
la sua anima vive : nella nostra mano.
Lo ricordi! Benny Goodman, ha fatto cascare,
una piuma sulla mia penna,
e un angelo, l’ha trasformata piena :
di sangue nero, in un corpo bianco,
che, sballo il clarinetto. Beh! Ragazzi,
beato chi lo suona.
Anche a me! Oh! Cantautore,
viene spontaneo, spezzare il ritmo,
proprio come faceva : il mitico Bird, quel
Charlie Parker,
che, dalla sua bocca, non faceva uscire,
un parlare, di solo fumo,
ma il coraggio di volare senza la paura di cadere.
Oh! Cantautore,
improvvisa, suona! … as you please.
Spruzzi e macchie e vernice a pioggia,
renderanno, il nostro suono maschio e femmina,
totemico, simbolico, surreale,
informale,
veloce, sanguinario come una mina,
l’autostoppista Jim, questo ci detta :
una pittura geniale, alla Jackson Pollock,
un canto figlio di quel modello atonale,
scritto da un cieco dalla grande vista,
quel Lennie Tristano, che fu il musicista,
fuori da ogni fottuto e merdoso schema.
L’autostoppista è la terza corrente : la forza,
dello sciamano verso dio,
che ha sempre contrastato la musa ausiliaria,
la televisione. Di questi tempi, con forza,
ritorna attuale. Ritorniamo alla giungla, al
viaggio.
Sia un bagno d’acido libresco la nostra mente,
l’autostoppista, ci trascinerà verso l’immediato,
donerà al mondo, il segreto,
l’innocenza, la voglia di conoscere di un pargolo,
che, gioca lontano dalla finzione,
nella realtà, lontano dalla televisione.
Perché! Fu chiamato clown! Pazzo!
Ma era solo un’anima musicale,
che con te nuovo cantautore, si muoverà,
tra una nota classica e un ritmo bebop.
Perché! Era stato, nel prima,
inquieto,
come fratello Francesco,
come J.W. Coltrane,
inquieto,
per la sua religiosità,
ma, con la pace e il bene,
del dopo,
spezzò le catene,
elesse il cantautore : poeta,
e bloccò il divorzio, che, lo aveva allontanato,
dalla musica.

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Nel nome della musicanelcuore...
un caro saluto.
albachiara

il 29/04/2003 alle 09:34