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Pubblicata il 29/04/2003
stanchi del loro monotono incedere
persi in una lacrima di infinito
i soli di pietra incrinarono la propria essenza

e l'assenza divenne una costante
sublimata dall'attesa
snervante

Bagliori lontani, sprazzi di speranza
un sentimento sottilmente crudele
che affoga spesso l'ultimo barlume di
coerenza

E nel piattume di un'afasica esistenza
si insinua il sospetto che sia triviale
quel dubbioso indugiare nel morire,
quella strana scelta di restare per
patire

Nel gelido scenario circostante
l'assestarsi di una nuova condizione
lo sgretolarsi silente di un'essenza
fu accolto con la pressocchè totale
indifferenza.
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pare che la mia Medea si trascini parallela al tuo sentiero...
grazie ancora dell'ennesimo commento.
[pare tu sia il mio commentatore ufficiale ;)]
besos
damned

il 29/04/2003 alle 09:10

Un incedere lento caratterizza la tua lirica venata di tristezza, malinconia e umano sentire vana la speranza.
Un mal-essere che diventa essere nella indifferenza totale.
Buone le espressioni e il senso.
N.

il 29/04/2003 alle 17:46