lasciami naufragare in quel pensiero che mi è caro.
com’è lontana la tua isola persa tra tempeste e flussi amari.
nel mare dei perché e dell’indifferenza, che lacera le vele con la violenza di venti inauditi e rivendica le profondità oscure ove giace inerme il mio pensiero.
lasciami naufragare senza scialuppa alcuna, perché il salvataggio non è contemplato dalla ragione,
perché nelle profondità dove posa un cuore ferito, nasce un corallo splendente come il fuoco di un camino.
ma non vi è casa per un marinaio, solo porti pietosi come riparo da oceani inclementi.
no , non vi è spiaggia che giustifichi l’approdo.
perciò lasciami naufragare nell’ abisso aspro e greve dei tuoi ricordi.
tu muta,
ed il fragore delle onde,
unico canto selvaggio,
nel gorgo di un supplizio infinito .