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Pubblicata il 12/09/2023
È una breccia impercettibile
inscientemente ignorata.
fuoriesco da lì,
goccia a goccia.

la mia nuova consapevolezza
è una tazza vuota,
che ostinatamente colmo
fino al bordo
dell’orizzonte indefinito.

i ciliegi sfioriscono,
di neve confetto che ricopre il suolo.
fiori intatti tra le foglie
attendono l’esodo.

la mia Primavera
diffonde quel sentore,
mentre tra le fronde
il sole incostante lampeggia.

accomoda la crepa,
da lì mi perdo,
ed avido il vuoto
esige di essere colmato.

abile artigiano
occludi il varco
cupido il vuoto
mi esige.
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