eccola la danza, muta nel vento avanza, mentre la porta stride, del vento lei s’arride.
e non c’è piuma o foglia che stare ferma voglia se per il gran concerto il ballo ad ora è aperto.
vola la sacca in strada, nessun sa dove vada e danzano i capelli come dei serpentelli.
schiusi son gli occhi al vento e il fuoco prima spento, ritorna a crepitare, nel soffio per danzare.
e vòlan le gonne gonfie delle madonne tronfie, la mano tiene stretta la veste che s’invetta.
la danza è cominciata, il vento l’ha invocata e chi non ride più, non danza e resta giù.
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