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Pubblicata il 21/08/2023
vorresti librarti sui tetti,
le terrazze, sugli eliporti
dei grattacieli, ché più non sopporti
l’afa dell’attesa che paralizza
la mente, t’induce a una veglia
di sofferenza: ti opprimono
solitudini e gravano
sulle spalle angosce regalate.

ti lanci da altezze profonde:
voli, sfiori saracinesche
serrate, marciapiedi infuocati,
ignorati dai rari passanti.
sei vivo: il balzo ti rallegra,
il cuore è un tamburo battente
che canta vittoria.

non tornerai, al mattino,
su questi percorsi “aria-terra”
tra volti noti di gente
sconosciuta, al sole, al caldo
al tepore maleodorante
d’asfalto.

la folla intorno a te ridonda
di sguardi scaduti e flebili
richiami: hai riso come un pazzo
sulle facce dei nemici, nell’afa
soffocante di un giardino dell’Eden
nelle piazze affollate
da tutte le rinunce.

ognuna delle tue rivincite
dimostra la consistenza
di una lezione di volo.

guga 2019 Marzo
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