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Pubblicata il 11/08/2023
Rullino di tamburi per l'esposizione di Yashica Ilford.
L'emergente fotografa anglo-nipponica focalizza vari soggetti in modo non convenzionale.
La barca solitaria pare un'immagine oziosa e un po' malinconica, ma per come è stata contestualizzata rivela invece una scena inaspettatamente briosa.  Nell'imbarcazione paiono esservi masserizie raggruppate in modo da lasciare posto ad umani in imminente imbarco. Ma al momento i protagonisti sono quegli sterpi che si sporgono festanti dal loro poggiolo naturale, distendendo come braccia i gambi fioriti, in acclamante saluto alla cara piccola barchetta in procinto di lasciarli.
A seguire c'è la veduta sul mare dal ristorante, nella quale v'è di più oltre ai giocosi riflessi nell'acqua. La striscia nuvolosa in diagonale che pare quasi fasciare quel sole in declino lo fa sembrare un astronave in avvicinamento; infatti le sedie del locale sono scomposte e gli astanti già tutti fuggiti. 
V'è poi la scenografia teatrale eccentrica e sui generis che contrappone in primo piano uno sgabello rovesciato di tinta sgargiante e gambe polpose all'invidiabile, tenue fondale scenico naturale. Due attrici e due figuranti sono già sul palcoscenico. Riusciranno a strappare la scena a quelle quattro mammelle di mucca gambe all'aria, provocatoriamente e irriverentemente fuori luogo?
Ancora abbiamo grandi mani autoreferenziali in primo piano, seppur in ombra, che esaminano l'illusione di fotogrammi in luce, al centro, con cielo, mare e balene che si immergono nelle profondità sberleffando con la coda.
Rimanda invece a De Chirico l'enigmatico personaggio affacciato alla finestra tra i vasi.
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Un'artista con tinte sgargianti.

il 11/08/2023 alle 17:23

Grazie per il passaggio, Dani. Ciao.

il 11/08/2023 alle 19:12