Attraversammo cascate di luce
quella notte, ci precedeva scalza la luna,
che sfarinava polvere di stelle
sul sentiero alberato del sogno.
io smarrita nell’estasi
avevo pupille di onde azzurrine.
sentivo l’onda adagiarsi sulla scogliera immersa .
Poi infrangemmo il Muro del Silenzio
che ci abitava dentro come una malattia.
il sangue nuovo ci scorreva nelle vene
odoroso di peschi e di mandorli in fiore.
sentimmo le campane di Pasqua,
ma non era risorto il passato.
un giovane virgulto di tarassaco
trapassava l’asfalto della lontananza,
e il mare, il nostro compagno di sogni,
il mare faceva capriole,
sull’arenile divenuto finalmente
talamo d’amore.
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