PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 05/08/2023
sedetti
ed essi sedettero
dalla cucina
una fragranza famigliare
nostalgica
il mio palato ne pregustò
già la prelibatezza
il convito si fece impavido
nella leccornia dissennata
e in un discetto vorticoso
ed enfatizzato.

sul tavolo
riverberi convulsi
di volti asimmetrici
e di mani pasciute e viziose
spezzarono il gran bailamme
andatosi via via ad accrescere
senza alcun ritegno.

nella transitoria requie
si udì solo il lieve rumoreggio
dei cristalli, del vetro
degli argenti e dei tacchi baldanzosi
sulla lustre superficie lapidea

mentre una nobildonna
cinse l’orlo del suo calice
di mezzo Bordeaux
col polpastrello del suo indice
con aria totalmente assente
scrutandovi al suo interno
un’inequivocabile forma di privazione.

nella follia
sopraggiunta a fine banchetto
ci cannibalizzammo
come in una tela di Goya
le lumiere e le pareti iridescenti
fecero da decoro a tale apoteosi
le interiora e il cruore a fiotti
salirono per poi rovinare
sull’esteso ripiano del gozzoviglio arruffato

il delirio si protrasse fino all’alba
allorquando i corpi martoriarono
nell’ebrezza di una concupiscenza
inappagabile, iniqua e deviante
nobuyoshi ne avrebbe tratto
il suo incommensurabile
raggiungimento artistico

in disparte
la scopofilia
si impossessò degli asserviti
commedianti che lucravano
su quel carname aristocratico e amorfo
i muscoli mandibolari
stavano allo stremo delle forze
l’ossario fu eretto
e l’intensa fragranza del soffritto
venne sopraffatta
dal greve annido della nostra metamorfosi.

così seducemmo le morti nostre e degli oracoli
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Un capolavoro da gustare piano piano! Complimenti Mirky!

il 06/08/2023 alle 00:33