Porto in me
fazzoletti di sguardi affranti
di vittime e vittimisti
aprirsi liberi da disgrazie.
Gridare il fuoco che li consuma
e il loro pianto raccogliere
con mani affamate.
Porto in me
oceani profondi di sorrisi
di propositivi pensieri
corrodere legami indissolubili
di verità non vere.
Scandire canti di vittorie
a venire.
Senilità precedere animi neonati
indecisi all'avvenire.
Porto in me
passi da seguire di moto perpetuo
di acconti a saldo
procedere incuranti del vento
di un tempo crudo d'arsenico
montare fratellanze di credo
in divenire.
Mattoni di certezze eretti
sopra il nostro ottuso sapere.
Porto in me un battito semplice
consapevole del proprio dire.
Porto in me l'essere
diverso dall'avere.